NOISE è un luogo virtuale, una dimensione in cui interferenze, rumori di fondo e chiacchiericci della rete si sovrappongono e si confondono; ma è anche il binomio NOI-SÉ inteso come dialogo tra il mondo esterno e la sfera individuale, intima, privata, introspettiva.
NOISE is a virtual place, a dimension in which interference, background noises and chatter of the web overlap and merge; but it is also the binomial WE-SELF intended as a dialogue between the external world and the individual, intimate, private, introspective sphere.
Questi due concetti fondano e delimitano il perimetro entro cui s’inscrive l’opera di Elena Ascari, nell’evoluzione tecnica e cronologica, del suo ultimo decennio.
Alle forme geometriche pure - cerchi, triangoli e quadrati - fa da contrappunto un contenuto etereo ed esuberante; entro i confini posti dalle linee rette e curve si dilata una composizione che vuole esondare da quegli argini, come un respiro profondo: è la potenza della natura che si ribella alle costrizioni imposte dall’uomo, ma su cui nuovamente l’azione umana lascia la propria impronta attraverso l’uso della tecnologia. Il lavoro pittorico di Elena Ascari parte, infatti, dalla ricerca d’immagini fotografiche estrapolate dal web ed elaborate digitalmente, e si sviluppa in una stesura fluida e vibrante che dà origine a panorami inediti.
a d’immagini fotografiche estrapolate dal web ed elaborate digitalmente, e si sviluppa in una stesura fluida e vibrante che dà origine a panorami inediti.
Si compongono così, davanti ai nostri occhi, visioni disturbate da interferenze e glitch che vengono tradotte dal virtuale al reale tramite il medium analogico della pittura. Ci troviamo di fronte a luoghi della mente, paesaggi emotivi, la cui comunicazione con lo spettatore è disturbata da segnali imprevisti che si propagano in superficie frammentandone la percezione. In una continua inversione di piani, l’intrusione di questi elementi crea una discontinuità non solo nel dialogo con l’esterno, ma anche nel soliloquio della coscienza, come se un continuo rumore in sottofondo distraesse la concentrazione e la lettura dell’immagine.
Ecco quindi connettersi al brusio – ‘noise’ – dei segnali digitali, il desiderio di aria e di libertà che emerge dirompente dalle geometrie che percorrono le opere.
These two concepts found and delimit the perimeter within which the work of Elena Ascari is inscribed, in the technical and chronological evolution of her last decade.
The pure geometric shapes - circles, triangles and squares - are counterpointed by an ethereal and exuberant content; within the confines set by the straight and curved lines a composition expands, which wants to overflow from those banks, like a deep breath: it is the power of nature that rebels against the constraints imposed by man, but upon which human action again leaves their own footprint through the use of technology. In fact, Elena Ascari's pictorial work starts from the search for photographic images extrapolated from the web and digitally processed, and develops in a fluid and vibrant layout that gives rise to unprecedented panoramas.
Thus, visions disturbed by interference and glitches are composed before our eyes, which are translated from virtual to real through the analogue medium of painting. We are faced with places of the mind, emotional landscapes, whose communication with the viewer is disturbed by unexpected signals that propagate on the surface, fragmenting the perception.
In a continuous inversion of planes, the intrusion of these elements creates a discontinuity not only in the dialogue with the outside world, but also in the soliloquy of consciousness, as if a continuous noise in the background distracts the concentration and reading of the image.
Here, then, is connected to the buzz - 'noise' - of digital signals, the desire for air and freedom that emerges disruptive from the geometries that run through her works.